Agricoltura e zootecnia del territorio del GAL

Il numero totale delle aziende agricole presenti nell’area secondo i dati ISTAT dell’ anno 2.000 è pari a 3.114, ma da un’ analisi territoriale ARGEA 2008, che raccoglie nel territorio una serie di istanze del mondo agropastorale, si stima che il numero delle aziende effettive sia nettamente inferiore (si tratta di n. 555 aziende agricole) di cui buona parte condotte da un titolare di età superiore ai 50 anni.

La superficie agricola totale (SAT) è pari a 114.129 Ha, mentre quella utilizzata (SAU) è pari a 50.649,5 Ha. Il rapporto SAU/SAT pari al 44% dà un’idea dell’ orografia del territorio che spesso è accidentato e ricco di tare e superfici forestali, caratterizzato per la presenza di affioramenti e trovanti di granito che si alternano alle ampie superfici boscate, dedicate alla coltivazione della sughera.

Gli addetti nel settore agricolo sono pari a 1.370 unità.

La superficie agricola utilizzabile (SAU) è così ripartita: seminativi 21,60%, le coltivazioni legnose agrarie (vigneti) 3,15%, i prati e i pascoli permanenti 75,24%, la superficie dedicata all’ arboricoltura da legno 0,58%. La superficie occupata dai boschi e macchia mediterranea è circa 45.000 Ha; la superficie agricola non utilizzata è 10.656, mentre la “altra superficie” è pari a 7.008 Ha. Il territorio è in buona parte incolto, destinato a macchia mediterranea e a bosco. Infatti la SAU rappresenta poco meno della metà della superficie agricola; essa mostra inoltre, come questo territorio non sia vocato alla destinazione foraggiera, interessando questa, circa il 16% della SAU.

L’ incidenza percentuale delle coltivazioni è la seguente: superficie destinata a foraggiere 16%, cereali 4,64%, superficie vitata 2,31%, seguono l’olivo (0,41%) i fruttiferi (0,34%), le ortive (0,13%) e gli agrumi (0,03%).

Per quanto concerne il settore zootecnico, si evidenzia la predominanza dell’ allevamento bovino con il 37,6% delle aziende, con 25.000 capi. Segue l’allevamento ovino (90.219 capi), quello suino (14.230 capi), l’allevamento caprino (5.173 capi) e l’allevamento equino (498 capi).

Analizzando i dati esposti si può capire come nel territorio si sia sviluppato l’ allevamento: per tradizione nello stazzo gallurese, azienda in cui si doveva produrre di tutto, l’allevamento era una componente importante. La specie maggiormente rappresentata era quella bovina, ma nello stazzo erano presenti anche ovini, capre e maiali, il cavallo, nonché gli animali di bassa corte.

Altro prodotto fondamentale, vista la limitata possibilità di scambi commerciali, erano i cereali, primo fra tutti il grano. Attualmente tale produzione è fortemente diminuita, poiché le condizioni di marginalità dei terreni e la limitata dimensione aziendale, rendono antieconomica la loro coltivazione. La scarsa competitività dei cereali incide inoltre sull’ allevamento bovino rendendo onerosa la fase d’ingrasso dei vitelli: infatti il 70 – 80% degli alimenti è solitamente di provenienza extra aziendale. Per questo motivo l’allevamento bovino si è tradizionalmente affermato come produzione del vitello da ristallo, venduto ad aziende specializzate per l’ingrasso del nord Italia.

L’allevamento ovicaprino è diffuso sopratutto nelle zone di Berchidda, Oschiri, Buddusò, Ala dei Sardi, Luras e Tempio Pausania. I caseifici presenti nel territorio sono ubicati a: Berchidda, Buddusò e Oschiri, i quali trasformano buona parte della produzione. L’ allevamento suino non è di tipo specializzato ed intensivo, diffuso presso le aziende zootecniche bovine e ovine, eccezion fatta per un’azienda di tipo industriale a Berchidda che concentra circa 1/3 dell’ intera produzione.

Il settore apistico risulta in leggera crescita: diversi apicoltori hanno trasformato l’azienda da hobbistica a professionale. Particolare rilevanza assume la produzione di miele amaro, per la quale si sta procedendo al riconoscimento IGP del “Miele Amaro di Gallura”. Sul territorio delle province di Gallura e Sassari opera un’ Associazione di apicoltori (APPA: Associazione provinciale produttori apistici), che conta 62 iscritti, con 4.000 arnie: alcune di tali aziende posseggono da 300 a 400 arnie. Ogni apicoltore professionista ha il suo laboratorio per la smielatura e il confezionamento del miele, e presenta il prodotto sul mercato, prevalentemente quello locale, con una propria etichetta. Ancora non sono stati fatti tentativi per la commercializzazione comune del prodotto.

Infine, un cenno al patrimonio vitivinicolo, che caratterizza l’intero territorio con l’unico riconoscimento in Sardegna – il marchio DOCG 1996 – che disciplina la produzione del Vermentino di Gallura. E’ di recente costituzione il Consorzio di Tutela del Vermentino di Gallura che ha sede a Monti.

Un cenno merita anche la produzione di olio e derivati a Berchidda, ove opera da tempo una cooperativa di produttori locali.